Adesso torniamo a vincere!

Adesso torniamo a vincere!

Tornare subito a vincere, perché quella polvere magica che aveva portato la Fiorentina a fare la capolista e tenere tutti sotto di colpo se ne è andata. Ci vuole poco a ritrovarsi meno magici. Tre sconfitte seppur molto diverse, lasciano comunque delle scorie. Se quella di Napoli era stata figlia di un match assolutamente giocato da protagonista e di una convinzione che era apparsa a tutti trasparente, e quella con il Lech aveva la giustificazione, relativa, di essere stata costruita dalla Fiorentina 2, quella con la Roma ha ricollocato gli uomini di Sousa al loro posto naturale: squadra protagonista senza però velleità di un ruolo di primo piano assoluto. Ma stare lassù faceva bene, aria pulita, poche preoccupazioni. E il training autogeno di Sousa serviva al resto, a sentirsi davvero forti e quasi inattaccabili. Ora la Fiorentina, come era logico che fosse, è tornata con i piedi per terra. Fermo restando che anche la sconfitta contro gli uomini di Garcia ha lasciato una scia di ottimismo. Perché la squadra viola è sicuramente apparsa meno cinica dei giallorossi, meno concreta al momento di colpire al cuore gli avversari, ma non ha sfigurato. Possesso palla a parte, ci sono state davvero occasioni importanti. La Fiorentina non è più la capolista, è vero, ma una squadra importante e interessante sì.

E quindi è bene che riparta subito puntando al sodo. Vincere a Verona, convincendo e convincendosi che niente è cambiato: i viola possono disputare un’ottima stagione. Possono vincere contro la squadra di Mandorlini e poi bissare al Franchi con la più abbordabile Frosinone. E poi c’è anche la Coppa, l’Europa conta per tutti, non è vero che sia un peso, non per i Della Valle e neppure per lo stesso Sousa. Dunque vincere a Verona, battere il Frosinone e fare assolutamente risultato in Polonia, con il Lech. Tre gare che Sousa deve mettere nel cassetto dei risultati positivi. Per cancellare così, e lo farebbe senza discussione, le tre sconfitte di questo ottobre amaro e senza sole.

Alessandro Rialti

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