Baiano: «C’era poca fiducia intorno alla Fiorentina Ma questa squadra può far sognare Firenze”

Baiano: «C’era poca fiducia intorno alla Fiorentina Ma questa squadra può far sognare Firenze”

Il protagonista dell’unica vittoria viola in Portogallo: “In Europa League, nonostante il ko col Basilea, la strada è in discesa. Suarez? Non è un fenomeno”.

Dopo la roboante vittoria in casa dell’Inter e il primato agguantato, Firenze sogna a occhi aperti, ma per la Fiorentina è già tempo di mettere da parte per qualche ora il campionato. Testa all’Europa League, con la partita contro il Belenenses che assume contorni inaspettati al momento del sorteggio. Il passo falso contro il Basilea impone alla squadra di Sousa di fare risultato, per non compromettere un passaggio del turno che sembrava (e comunque sembra tuttora) davvero agevole per la Fiorentina. Non ci sarà spazio per esperimenti e troppo turn-over, Sousa si affiderà all’usato sicuro. L’imperativo è quello di portare via i tre punti dal Portogallo. Questa settimana, Il Brivido Sportivo ha intervistato in esclusiva Ciccio Baiano, uno degli eroi che nella stagione ‘96/’97 vinsero in Portogallo contro il Benfica nei Quarti di Finale della Coppa delle Coppe. Baiano segnò il gol del vantaggio, arrotondato da Batistuta, per quella che è stata l’ultima affermazione ufficiale della Fiorentina in Portogallo. Oggi, con lui che allena lo Scandicci in serie D, affrontiamo tutte le tematiche più attuali del mondo viola.

 

Baiano, partiamo dalla classifica. La Fiorentina è prima in compagnia con l’Inter. Se lo aspettava?

 

«Ho sempre pensato che la Fiorentina fosse una squadra forte, anche se intorno a questo gruppo c’era poca fiducia. Per rinforzare la rosa dell’anno scorso, che ha disputato una grande stagione, servivano dei veri e propri top player: questo vuol dire che i giocatori che ci sono non sono così scarsi… anzi la vittoria di San Siro con l’Inter dimostra che c’è grande qualità e che questa squadra può far sognare Firenze».

 

A proposito di gioco e di giocatori forti. Lei è fra quelli che preferiscono veder giocare bene la Fiorentina o le basta solo che vinca?

 

«In Italia conta solo vincere, se la Fiorentina non avesse i punti che ha, probabilmente Sousa sarebbe già sulla graticola. Se giochi bene o male conta il giusto. E’ vero che a Firenze eravamo abituati bene con il gioco di Montella, ma è altrettanto vero che se la Fiorentina starà in alto in classifica nessuno andrà mai da Sousa a dirgli che deve far giocare meglio la squadra».

 

Capitolo Rossi, secondo lei quanto tempo servirà per vederlo al massimo della forma?

 

«Ancora manca tanto per vederlo tornare decisivo. Io ho sempre detto che se gioca con continuità può tornare ad essere quello che era nel giro di due mesi. Se gioca una partita si e tre no, secondo me, serviranno ancora 4-5 mesi per rivederlo al top».

 

Nel frattempo si sta delineando un ballottaggio continuo tra Kalinic e Babacar, con il croato cha sta facendo il fenomeno…

 

«Kalinic lo conoscevo, l’avevo visto spesso nel Dnipro. Ha fatto tanti gol lo scorso anno, anche se in un campionato di media fascia come quello ucraino. E’ un giocatore che fa giocare bene la squadra, sta dando il suo ottimo contributo e a San Siro ha avuto un eccezionale exploit. Anche Babacar sta facendo il suo. Io credo che la Fiorentina non possa fare a meno di lui, perché anche il senegalese è uno che vede la porta».

 

Un’altra domanda su un singolo. Come mai Suarez non ha ingranato subito la marcia giusta?

 

«Parlo per dati di fatto, non per nome. Suarez è stato fatto passare per un fenomeno, ma lui era solo una buona riserva dell’Atletico Madrid. Per me non è un top player, anche se è un buon giocatore. Poi è chiaro che a qualunque calciatore che cambia campionato serva del tempo per ambientarsi nel nuovo calcio e nella nuova squadra».

 

Uno sguardo al campionato. Cosa le è piaciuto di più in queste prime giornate?

 

«Mi sono piaciute molto Chievo e Sassuolo, piccole realtà che stanno facendo molto bene. L’Inter gioca un calcio antico, il Napoli viaggia ad intermittenza, mentre la Juventus è in un anno che non è il suo: contro Udinese e Frosinone l’anno scorso avrebbe vinto anche giocando non troppo bene. Detto questo la squadra di Allegri gioca comunque meglio dell’Inter, però sappiamo bene che in Italia contano solo i tre punti. La Juve è meno feroce e fortunata degli anni passati, ma ha perso anche diversi top player, non giocatori qualunque».

 

Chiudiamo con l’Europa League. Che competizione prevede per la Fiorentina?

 

«Quest’anno la vedo più complicata come competizione, anche se per dare un giudizio definitivo bisogna vedere chi scende dalla Champions League. Qualche squadrone c’è, ma potrebbero arrivarne altre. Per la qualificazione al turno successivo non vedo problemi, la Fiorentina passerà il girone agevolmente. Poi vedremo, ripeto, dipende tutto da quali squadre vengono retrocesse dalla Champions League».

. ©CopyRight Massimo Sestini

. ©CopyRight Massimo Sestini

Alessandro Latini

Articoli Correlati

I commenti sono chiusi.