Bentornato Ilicic, servono anche i tuoi gol

Bentornato Ilicic, servono anche i tuoi gol

I RITORNI. Vincere a Empoli non era né facile né, dopo le polemiche della vigilia, scontato. Si chieda a Lazio e Napoli. E’ andata meglio la gara di ritorno che quella dell’andata, quando non vincemmo. Il ritorno di Bernardeschi dal primo minuto, al di là della prestazione comunque sufficiente, è una buona notizia, come lo sarebbe stato il ritorno di Babacar. Del ritorno di Pepito Rossi non voglio più nemmeno parlare. Quante volte ci hanno detto che tornava ad aprile? E poi a maggio? Ma il ritorno forse più inatteso è stato quello di Ilicic.

ILICIC e VARGAS. Beh, ammettiamolo: quanti di noi sono stati teneri con Ilicic? Quanti hanno creduto in lui e nel suo potenziale? Forse solo Kurtic, per spirito di bandiera, e  il vituperato Montella…..vituperato quasi quanto Ilicic ma mai quanto lui così all’unanimità. Che sia l’uomo più in forma, o fra i più in forma, della Fiorentina è indubbio. Che solo lui, e Vargas, siano in grado di battere una punizione con qualche chance di far rotolare il pallone in rete è anch’esso indubbio. Ci si domanda però, o almeno mi domando io, se questi titoli di merito per Ilicic – e per Vargas – dipendano più dal loro talento, dalle loro qualità, o dalla pochezza degli altri. Possibile che in una rosa di 30 elementi non ci siano che due giocatori in grado di battere una punizione? E che, lento lo sloveno, confusionario e non più abile e continuo come una volta nel crossare il peruviano, debbano essere considerate fra le più convincenti realtà dell’attuale Fiorentina non rappresenta la cartina di tornasole di una squadra tutto sommato piuttosto modesta, alla quale non è nemmeno giusto chiedere chissà quali traguardi?

ZERO TITULI. Ho visto Empoli-Fiorentina sul computer, via streaming e traballante perché mi trovo a Roma per seguire gli Internazionali di Tennis con e per il mio ubitennis.com, quindi non pretendo di avere le idee chiarissime…ma la Fiorentina, con i suoi alti e bassi, l’ho seguita tutta l’anno e mi fanno un po’ sorridere – malinconicamente – quei tifosi che sottolineano che da anni la Viola non vince nulla. Zero tituli, direbbe quel gran simpaticone di Mourinho.  La verità è che la Fiorentina ha da sempre un potenziale da quarto, quinto, sesto posto e un fatturato forse da sesto-settimo, motivo per cui è perfettamente normale che arrivi più o meno in quelle posizioni quando le cose vanno abbastanza bene, e possa avere invece annate terribili  tipo quella del duo Mihailovic-Delio Rossi. Tutto sommato la Fiorentina è più costante e regolare. Non vince nulla, ma nemmeno ha avuto troppe annate come la Juventus quando prese ad andare male, come le milanesi nelle recenti stagioni, come la stessa Roma e la Lazio ad anni alterni o il Napoli fino ad un quinquennio fa. Ogni anno delle sette squadre tradizionalmente più titolate, ricche e forti, se la Fiorentina riesce a piazzarsi quarta o quinta, beh ha fatto il suo. Che poi si continui ad illudersi, perché arriva il bomber Gomez, o perché Pepito Rossi ci fa sognare, è un altro paio di maniche. Ma poi all resa dei conti, perché mai le altre sei squadre dovrebbero crollare tutte insieme – pur investendo tanto – per consentire alla Fiorentina di vincere qualcosa? Sognare, si dice, non costa nulla. E va bene. Purché la delusione per la mancata realizzazione di sogni quasi impossibili non sia così cocente da persuaderci che con l’acqua sporca vada buttato via anche il bambino.

COSA NON VA

RIMPIANTI. Piange il cuore, nell’assistere a questo campionato alla meno, con tre squadre che ci stanno davanti come le due romane e il Napoli che perdono tutte insieme, senza che noi si possa più raggiungerle per via di troppi punti follemente – e superficialmente – buttati a mare. Il quinto posto è tutt’altro che garantito, siamo capaci di tutto, l’abbiamo già visto, soprattutto se sottovalutiamo l’avversario (Cagliari, Verona, Parma). I punti necessari per qualificarsi per la Champions con il terzo posto erano tranquillamente alla portata anche di questa squadra che non ha nulla di trascendentale in nessuna zona del campo, né a centrocampo (bellino quanto leggerino, senza un vero medianaccio, senza gente capace di assestare anche un bel calcione quando necessario pur di non beccare gol in contropiede), né in difesa (incassare tre gol nelle partite che contano è diventato un classico: a Empoli se n’è presi solo due, ma ogni volta che la squadra di Sarri veniva avanti a noi venivano i brividi), né all’attacco dove purtroppo il meno che si può dire di Mario Gomez è che non si è integrato con la squadra e per il resto c’è chi non si è mai visto (Pepito Rossi), chi è sparito in infermeria per 4 mesi (Bernardeschi), chi per 2 o 3 anche se con qualche intervallo (Babacar), chi è stato “riscoperto e valorizzato” tardi (Joaquin…ma non chiedetegli, a 33 anni, anche di difendere…), chi si è svegliato da un torpore incomprensibile soltanto a 6 giornate dalla fine del campionato (Ilicic) e per finire chi (Salah) è stato acquistato quasi per sbaglio e per fortuna, senza che nessuno (Pradè, Cognigni, Montella) si attendesse tanto da lui.

LA ROSA. Quando ho parlato dell’attacco ho volutamente fatto a meno di citare i due “cinesi”, merce reimportata e abbastanza deteriorata. Diamanti e Gilardino purtroppo si sono dimostrati poca cosa. Più di uno alla volta non li avrei mai schierati, nemmeno se fossero stati indisponibili tutti gli altri. Eppure il primissimo Diamanti aveva illuso. Quanto a Gilardino l’unica era sperare che si ripetesse a Firenze il miracolo Toni palesatosi a Verona. Gilardino era sembrato spento quando fu venduto al Genoa, così come Toni quando non gli fu garantito il rinnovo del contratto. E Gilardino ha 5 anni meno di Toni, mica uno o due. Eppure Toni ha continuato a fare campionati brillanti, mentre Gilardino proprio no. Non sarà mica una questione di malocchio? Toni, che segna tanto, si rivela prezioso perfino quando non segna, sia per gli assist che confeziona, sia per i palloni alti che difende e spizza per i compagni, per i falli che si procura. Ma Gilardino e pure Gomez, che già non fanno gol, questi altri aspetti tipici delle performances di Toni li ignorano completamente. Eppure sia “Gilagol” sia “Supermario” di reti in carriera ne hanno fatte tante. Adesso si distinguono più per le volte che cadono a terra – senza che agli avversari venga fischiato un fallo – sia per quelle che finiscono in fuorigioco.

SIVIGLIA. Di nuovo, mi ripeto, sperare non cosa nulla. Se non ci si illude. Speriamo almeno in un tempo da illusione, una trentina di minuti di grinta e coraggio, ma non di incoscienza…perché se si prende un gol si può anche andare tutti a casa. E pensare di non prenderlo è quasi utopistico. Il Siviglia non sbaglierebbe i gol che ha sbagliato l’Empoli. E vi ricordo che tutti abbiamo detto che in certe partite in cui la Fiorentina ha preso tre gol – molte come sapete purtroppo -avrebbe potuto tranquillamente prenderne anche quattro o cinque. Certo però che, dopo aver detto tutto questo, sarebbe stato possibilissimo ritrovarsi con un bel 2-0 per i viola a Siviglia, se Gomez non avesse sparacchiato alle stelle di destro il primo splendido assist di Joaquin e se sul secondo altro grande assist dello stesso Joaquin Mati Fernandez non avesse tirato quell’orribile piattone di destro 3 metri fuori della porta a portiere battuto. Se il 2-0 era fattibile a Siviglia il 2-0 non è fattibile a Firenze? Certo che lo è, ma purtroppo con i se e con i ma non s’è mai vinto nulla. E comunque di gol, ne servono quattro (per la qualificazione senza supplementari).

Ubaldo Scanagatta

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