Il ricordo di “Beppone” Chiappella, uno dei giganti viola

Il ricordo di “Beppone” Chiappella, uno dei giganti viola

E’ stato una pietra miliare della storia della Fiorentina, prima da giocatore, poi da allenatore. Giuseppe Chiappella a Firenze lo chiamavano tutti “Beppone” perché aveva un fisico roccioso e un gran vocione. Era un duro sul terreno di gioco, ma era anche un uomo buono,  sempre leale e corretto. Come allenatore, poi, sapeva come si costruiscono le squadre, puntando sui giovani. Tant’è che si deve proprio a lui l’assemblaggio della famosa Fiorentina ye – ye che, sotto la guida del suo erede Pesaola, conquisterà il suo secondo e ultimo Scudetto.
Chiappella nasce il 28 settembre 1924 a San Donato Milanese, ma la sua vita si colora di viola a partire dal 1949, quando sbarca a Firenze per infilarsi la maglia gigliata con la quale arriverà al fantastico tricolore del 1956, disputando 305 partite con 2 reti all’attivo. Era il mediano della mitica Fiorentina di Fulvio Bernardini, che apposta per lui aveva inventato una “diagonale” difensiva che lo portava alle spalle dello stopper quando la squadra veniva attaccata al centro. Una sorta di libero ante litteram, a seconda delle esigenze della partita.
Pure la seconda carriera viola di “Beppone” è da incorniciare: allenatore della Fiorentina dal 1960 al 1968. Con lui, anche grazie alle intuizioni di Egisto Pandolfini, nascono talenti come Albertosi, Ferrante, Brizi, Esposito, Merlo, De Sisti e Chiarugi. Colleziona 154 panchine e vince la Coppa Italia nel 1966 (e una Mitropa Cup). Poi lascia al “Petisso” Pesaola l’onore di vincere lo Scudetto nel 1969.
Torna sulla panchina viola nella stagione 77-78. Il presidente Melloni lo chiama per sostituire Carlo Mazzone. La Fiorentina era a rischio retrocessione, ma Chiappella la salva all’ultima giornata, anche grazie al famoso gol dell’interista Scanziani contro il Foggia.
Il suo vocione e il suo grande sorriso restano resteranno parte integrante del tessuto di una squadra e di una città. Fino al 26 dicembre del 2009, il giorno della sua morte, ma il suo ricordo resterà indelebile nel grande libro della storia viola.

Tommaso Borghini

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