Fiorentina, stagione nuova vecchi difetti. Ma c’è ancora tempo per risolverli

Fiorentina, stagione nuova vecchi difetti. Ma c’è ancora tempo per risolverli
FIORENTINA BELLA A META’, NUOVO ANNO STESSI DIFETTI. MA C’E’ ANCORA TEMPO PER RISOLVERLI
Nuova stagione, stessi difetti. La Fiorentina si riscopre difensivamente fragile e incapace di capitalizzare la scintillante prestazione offerta nel primo tempo contro il Lecce. Un difetto che appare ormai congenito e che rischia di rovinare tutto (facendole perdere punti che potrebbero risultare alla fine decisivi), anche quando le partite sembrano ormai blindate a proprio favore. Vincenzo Italiano ha parlato di incapacità di tenere alta la tensione per tutta la partita, un bel problema per una squadra che ha come obiettivo quello di rientrare tra le prime sei della classifica (e dunque in zona Europa League). Perché l’attenzione, nel calcio di alto livello, è fondamentale e se si abbassa la guardia gli avversari non ti perdonano. Ma non è tutto qui: la squadra ha mostrato limiti di organico evidenti in alcuni settori del campo. In particolare nel cuore della difesa, dove manca un centrale sinistro capace di alzare il livello qualitativo della retroguardia. Anche a metà campo, una volta esaurita la benzina di Arthur, è apparsa evidente la lacuna di un suo sostituto forte e di personalità. Problemi risolvibili, con il mercato ancora aperto, anche se occorre fare in fretta. Non esente da responsabilità, poi, anche il Mister che non ha saputo trovare in tempo i correttivi tattici per impedire la rimonta salentina quando la sua squadra ha cominciato a mostrare fisicamente la corda. Detto tutto ciò, è bene sottolineare che siamo solo ad agosto e che il tempo per aggiustare il tiro e trovare la quadra non manca di certo. E sarebbe un vero peccato non farlo, perché questa Fiorentina è una bella creatura, ancora incompiuta d’accordo, ma il primo tempo visto ieri (così come l’intera partita disputata a Genova) sono stati fantastici e vale la pena compiere un ultimo sforzo per completare l’opera.
Tommaso Borghini

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