Lode a Iachini, ma Dusan è indispensabile

Lode a Iachini, ma Dusan è indispensabile

Alla fine ha avuto ragione lui, Beppe Iachini, sabato sera al Franchi, con la sua tattica attendista ma perfetta per una Lazio che aveva nel contropiede la sua arma migliore. Grande merito al tecnico Viola per aver allestito, una squadra che, fin dal primo minuto, sapeva benissimo cosa doveva fare. Certo però che avere in campo un tipo come Dusan Vlahovic rende il lavoro più facile a qualsiasi allenatore. Un’altra doppietta del serbo in una stagione assolutamente sbalorditiva, stagione che lo certifica come uno dei migliori centravanti “giovani” al mondo (saremmo tentati di dire “il” migliore). Un giocatore fondamentale per questa squadra e fondamentale per gli schemi di Iachini. Potente e tecnico, capace di segnare nei grandi spazi e nelle aree affollate, di destro, di sinistro e di testa. Aspettiamo solo che Commisso, presente sabato in tribuna, prepari il bonifico e rinnovi subito il contratto a questo ragazzo. La Fiorentina non può permettersi di perdere un gioiello del genere. Per nessuna cifra al mondo.

Detto di Vlahovic, arrivato al suo ventunesimo gol in campionato, rimane da certificare la brillante prestazione di tutta la squadra. Grande applicazione tattica, ottima lucidità mentale, con lo scopo principale di lasciare meno spazio possibile agli attaccanti laziali, spesso letali negli spazi larghi ma molto più in difficoltà quando le maglie si chiudono. Tutti dietro la linea della palla, i ragazzi di Iachini, pronti però a infilarsi nelle linee di passaggio degli avversari per catapultarsi in contropiedi pericolosissimi. Aiuta la grande serata di Ribery. Il francese gioca spesso la palla di prima e quando invece la palla la tiene dimostra che gli anni passano ma la classe rimane cristallina.

La prima parata, che poi si rivelerà decisiva, è di Dragowski su Correa a un passo dalla porta. Ma alla prima vera occasione a favore la Viola segna. C’erano già state un paio di avvisaglie su contropiedi buttati via in maniera un po’ troppo morbida. L’azione decisiva per l’uno a zero arriva dalla fascia sinistra, con un’azione congiunta Ribery-Castrovilli, cross di Biraghi e conclusione facile facile di Vlahovic. La Lazio accusa il colpo, la Fiorentina non molla di un centimetro, Immobile colpisce un palo ma in fuorigioco. Si va all’intervallo su un insperato uno a zero per Iachini & c.

Nella ripresa Inzaghi stravolge a più riprese la squadra, anche tatticamente. Ma la Lazio non crea azioni di gioco pericolose. Crea, invece, molte azioni pericolose per le gambe dei giocatori gigliati. Ribery è il primo obbiettivo dei biancocelesti, vista l’impossibilità di fermarlo con le buone. E anche Castrovilli si prende qualche colpo di troppo. Alla fine, un colpo di testa del solito, inafferrabile Vlahovic chiude i conti e lancia la Fiorentina verso una salvezza che, inevitabilmente, dovrà portare con sé idee e propositi per un futuro meno angosciante.

Una stagione difficile da decifrare, quella della Viola. Capace di grandi prestazioni come quella di sabato e di partite sconfortanti. Giocatori che presi singolarmente non sono certo peggiori di molti altri, che però hanno spesso dimostrato di non riuscire a fare squadra. Per il futuro non tutto è da buttare ma, necessariamente, si dovrà ripartire dal ragazzo serbo con la maglia numero nove. Lui si è indispensabile per quel salto di qualità che Firenze aspetta ormai da troppi anni.

Duccio Magnelli

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