Mazzola: «Firenze polemica di natura. Temo Bernardeschi»

Mazzola: «Firenze polemica di natura. Temo Bernardeschi»

La bandiera nerazzurra sulla partitissima di domenica: “Mi aspetto una Viola d’attacco. L’Inter farà contropiede”.

Il punticino di Bologna non ha placato le critiche e le polemiche che hanno avvolto la Fiorentina da due settimane a questa parte. Gli strascichi, per un mercato giudicato non all’altezza dei sogni dei tifosi, si fanno ancora sentire. Paulo Sousa, squalificato a Bologna, tornerà in panchina contro l’Inter, in quella che è diventata una partita fondamentale della stagione viola nella corsa al terzo posto. Il gruppone è ben compatto ed agguerrito, vincere gli scontri diretti farà la differenza. Il tecnico portoghese può finalmente rifiatare. Contro i nerazzurri potrà scegliere e probabilmente tutti i nuovi arrivati saranno a disposizione. Proprio loro, che di fatto hanno messo – involontariamente – l’allenatore contro la società. La frattura c’è e sembra anche difficile da sanare. Per adesso si navigherà a vista, con Sousa che cercherà di isolare i suoi ragazzi e che punterà ad avere l’appoggio (che non è mai mancato) dei tifosi. A giugno, poi, si vedrà. Per parlare di questo atteso confronto con l’Inter, Il Brivido Sportivo ha intervistato in esclusiva Sandro Mazzola. Indimenticata bandiera nerazzurra, conosce bene anche Firenze e la Fiorentina.

 

Lei conosce bene Paulo Sousa. Come valuta il momento suo e della Fiorentina?

 

«Lo conoscevo da giocatore, adesso lo seguo con attenzione e mi sta piacendo molto il suo modo di fare calcio. Non capisco cosa sia successo nelle ultime settimane. Forse un calo fisico, può darsi che durante la sosta invernale la Fiorentina abbia fatto qualche richiamo a livello fisico».

 

A Firenze c’è un po’ di nervosismo, soprattutto in Sousa. Come lo giustifica?

 

«Le polemiche a Firenze sono normali, mi stupirei se non ci fossero! Tutto è nato dal mercato, ma a gennaio prendere i giocatori forti è quasi impossibile. Chi ce li ha se li tiene, anche se quelli che sono arrivati in viola non mi sembrano così scarsi. Sono convinto che fra qualche settimana torneremo a vedere la Fiorentina brillante di qualche mese fa».

 

Fra i nuovi c’è Zarate. Può essere lui a spostare l’ago della bilancia?

 

«Se ha voglia di sacrificarsi può fare grandi cose. E’ uno in grado di fare la differenza perché quei gol che fa lui, come ad esempio contro il Carpi, li può fare solo chi ce li ha nel sangue. Però serve continuità, quella la puoi avere solo se ti alleni bene durante la settimana. Io non lo conosco personalmente, ma dico che dipende tutto da lui».

 

Che Inter deve aspettarsi la Fiorentina?

 

«L’Inter non l’ho vista bene ultimamente, anche se davanti ha una serie di giocatori che possono inventarsi qualcosa in qualunque momento e possono vincere la partita con una giocata. A livello di collettivo, ripeto, non mi sembra stia benissimo».

 

Sarà un match decisivo nella corsa al terzo posto? Il duello Scudetto è ristretto a Napoli e Juventus?

 

«Per me non è finita per lo Scudetto, la crisi in Napoli e Juventus può sempre arrivare. La partita non sarà decisiva per il terzo posto, ne mancano ancora troppe da qui alla fine».

 

A livello tattico, che partita si aspetta?

 

«Mi aspetto che la Fiorentina faccia la partita. Sono sicuro che Mancini non verrà a giocarsela a viso aperto. Aspetterà nella propria metà campo, pronto per dare la bastonata in contropiede. Il gioco dell’Inter è questo, lo attuerà certamente anche a Firenze».

 

C’è un giocatore viola che teme particolarmente?

 

«Sicuramente Bernardeschi. Mi piace tanto come giocatore, è il futuro del calcio italiano. Uno come lui fa comodo in qualunque squadra. Ha grinta e passo, sa sacrificarsi per i compagni. Ripeto, mi piace tantissimo».

 

 

Alessandro Latini

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