“Niente ti ha distrutto…” 32 anni fa lo striscione più bello per Antognoni

“Niente ti ha distrutto…” 32 anni fa lo striscione più bello per Antognoni

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Questa è la storia di uno striscione, il più bello mai tributato a un calciatore viola.
“Niente ti ha distrutto, sei come il sole, risorgi e illumini tutto”. Così fu scritto sul lenzuolo, di oltre 100 metri, che la Curva Fiesole dedicò a Giancarlo Antognoni, esattamente 32 anni fa.
Correva l’anno 1985, era il 24 novembre e quel giorno la Fiorentina giocava in casa contro il Bari. Il capitano viola era seduto in panchina e aspettava soltanto un cenno del tecnico Aldo Agroppi  per alzarsi ed entrare in campo. Perché Antognoni era in panchina? Per colpa della solita maledetta sfortuna che lo aveva costretto a vivere l’ennesimo calvario della sua carriera: il 12 febbario 1984, nel corso di Fiorentina – Sampdoria, un’entrata in scivolata del doriano Luca Pellegrini gli aveva causato la frattura scomposta di tibia e perone. L’immagine di Antognoni, che urla di dolore e si regge la gamba “penzoloni”,  è ancora viva e vegeta nella mente dei tanti tifosi viola che quel giorno erano al Comunale. L’atmosfera era la stessa di tre anni prima, quando la folle ginocchiata alla tempia del portiere del Genoa Silvano Martina, gli aveva causato un arresto cardiaco e soltanto l’esperienza e la lucidità del compianto massaggiatore Pallino Raveggi, che gli aveva praticato la respirazione bocca a bocca, lo avevano salvato. Stavolta Antonio non era in pericolo di vita, ma il silenzio dello stadio era ugualmente surreale.
Tutti capirono che si trattava di un infortunio gravissimo, che oltre alla gamba, gli avrebbe potuto troncare anche la carriera in una stagione che lo aveva rivisto grande protagonista, con la Fiorentina seconda in classifica, a soli tre punti dalla capolista Juventus.
Ma Antognoni non si arrese e lavorò con indomita tenacia per 21 mesi, sottoponendosi a svariati interventi chirurgici e saltando l’intera stagione ’84-’85. Fino a quel 24 novembre: Agroppi lo chiamò per il riscaldamento alle 15,25. Lo stadio reagì con un boato, Al 22’ della ripresa l’ingresso in campo al posto di Roberto Onorati, con il numero 15 sulle spalle. Nel frattempo la Fiesole aveva srotolato lo striscione e, certamente, un brivido corse anche sulla sua schiena, così come era accaduto per i circa 40 mila presenti. Dopo pochi secondi, Antognoni fece un lancio dei suoi: 40 metri e il pallone pilotato sui piedi di un compagno. Un’emozione fortissima per il popolo viola che, finalmente, poteva tornare a sognare con il suo campione più amato.
Purtroppo, sebbene la classe e l’eleganza fossero rimaste intatte, Antognoni non riuscì più a raggiungere i picchi di rendimento dei suoi anni migliori. La stagione successiva, con Bersellini in panchina, fu la sua ultima in viola: 19 gare e 4 gol. Poi l’avventura in Svizzera, con la maglia del Losanna, ma il suo cuore non si è mai mosso da Firenze.

 

Tommaso Borghini

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