Sacchetti: “Fiorentina, ora pensa solo al campo”

Sacchetti: “Fiorentina, ora pensa solo al campo”

L’ex mediano viola è stato anche allenatore del Carpi: “Finalmente stop al mercato
Le distrazioni sono finite, occhio alla mina vagante Carpi. Zarate? Sia meno egoista”  

 

Mercato chiuso, finalmente. Di trattative e rumors ne riparleremo nei prossimi mesi. Adesso è tempo di concentrarsi sul campo, per provare a scrivere pagine importanti in una stagione che può riservare diverse soddisfazioni. Qualche rinforzo ad aiutare Sousa è arrivato, anche se forse non tutti quelli che avrebbe sperato l’allenatore. Ma tant’è, il tecnico portoghese è già soddisfatto per aver superato questo mese tremendo. I giocatori adesso hanno la testa sgombra da pensieri di mercato e possono concentrarsi totalmente su campionato ed Europa League. Il mese di febbraio sarà di fuoco dal punto di vista del calendario: oltre alla doppia sfida con il Tottenham, ci sono all’orizzonte sfide importantissime e difficili in campionato. Il tutto parte dal Carpi, nel turno infrasettimanale. Gli uomini di Castori hanno già dato una delusione stagionale alla Fiorentina, eliminandola a sorpresa dalla Coppa Italia. Il Brivido Sportivo ha intervistato in esclusiva Luigi Sacchetti, stimato ex viola e che in carriera è stato anche allenatore del club biancorosso.

 

Mercato finito, un sospiro di sollievo per l’allenatore…

 

«Sì, Sousa ne sarà certamente felice. Adesso ha bisogno di continuità e soprattutto di far integrare i nuovi al più presto. L’importante è che i giocatori che sono arrivati siano quelli che aveva chiesto lui. Un difensore in più, forse, non avrebbe guastato».

 

A proposito di nuovi acquisti. Zarate è quello che può spostare gli equilibri in attacco. Come giudica il suo acquisto?

 

«E’ un ottimo giocatore se è a posto con la testa. Spesso ha fatto cose buone, ma l’ho visto anche molto egoista. Vuole fare sempre gol, lui deve capire quando è il momento di fare il driblomane e quando invece deve mettersi a disposizione della squadra».

 

Toccherà a Sousa farglielo capire. E’ sorpreso dal suo impatto sul campionato italiano?

 

«Sousa è riuscito subito ad integrarsi nell’ambiente, ha creato un buon gruppo all’interno dello spogliatoio. Già al Basilea aveva dimostrato di essere competitivo a livello europeo. E’ un tecnico preparato per campionati importanti, anche se credevo che in Italia ci mettesse di più ad ambientarsi. In questo mi ha sorpreso».

 

Da chi è arrivato a chi ha lasciato Firenze. D’accordo con la scelta di Rossi?

 

«Sì, dopo due anni di infortuni aveva bisogno di giocare, non importa se lo farà in Spagna nell’ultima in classifica. L’importante è che giochi almeno venti partita di fila, per dimostrare a se stesso di essere tornato. E poi spero che a giugno torni rigenerato alla Fiorentina».

 

La Fiorentina aspetta il Carpi, che quest’anno gli ha già riservato la delusione in Coppa Italia…

 

«Il Carpi è una buona realtà. Hanno fatto confusione all’inizio cacciando Castori, ma la squadra è sempre stata con lui. E’ una mina vagante, hanno voglia di salvarsi e ci credono. La Fiorentina non deve avere la sufficienza con la quale ha affrontato la Coppa Italia, altrimenti rischia ancora di perdere».

 

Ed il sogno Champions League lo può cullare la squadra di Sousa?

 

«La Fiorentina ha tutte le carte in regola per lottare fino all’ultima giornata, perché fa un ottimo calcio. Io però sono un fautore delle due punte: quando Babacar gioca con Kalinic la squadra è più presente e pericolosa in area di rigore avversaria. Spero che Sousa li riproponga presto insieme».

 

Chiudiamo con l’Europa League. All’orizzonte c’è il Tottenham. Sensazioni?

 

«Il Tottenham, insieme al Leicester di Ranieri, sta facendo benissimo in Inghilterra. Serviranno due partite molto intelligenti dal punto di vista tattico, perché fisicamente li vedo avvantaggiati. Ma giocando a calcio si può sicuramente passare il turno e la Fiorentina gioca meglio degli inglesi. Per questo i viola, a mio modo di vedere, hanno il 55% di possibilità di passare il turno».

 

Alessandro Latini

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