Vittoria ai punti, ma non basta

Vittoria ai punti, ma non basta

Ai punti la partita Fiorentina-Juventus di domenica l’avrebbe vinta la Viola. Ma siccome ai punti si vince solo nel pugilato, a Iachini & c. non rimane altro che portarsi a casa un pareggio che fa classifica, ma soprattutto dimostra che la Fiorentina è viva e sembra in grado di giocare un buon finale di stagione. Facendo i conti delle occasioni avute dalla Viola, delle parate di Szczesny, del palo (sia pur su tiro deviato) di Pulgar, risulta che la squadra gigliata ha avuto più occasioni degli avversari per conquistare l’intera posta. La Juventus invece, a parte il gol di Morata, non ha avuto grosse possibilità di segnare, se si eccettua un colpo di testa mancato da CR7 a un metro della porta (il portoghese, molto deludente, è rimasto confinato sulla fascia, senza incidere). Viene perciò da pensare che quest’anno, con una panchina all’altezza, la Viola avrebbe potuto giocarsi molto meglio le proprie chances. Infatti, se la Juventus fa entrare Morata e la Fiorentina Kouame, è logico che non è proprio la stessa cosa.

Iachini presenta la “sua” Viola, quella del tradizionale 3-5-2, con dentro Igor e fuori Biraghi, senza Martinez Quarta e con Caceres. Una Fiorentina molto coperta, che lascia giocare la Juventus parecchio lontano dalla porta di Dragowski, in attesa di colpire in contropiede con Ribery e Vlahovic, in assenza di Bonaventura. Amrabat e Pulgar, in ottima giornata, non lasciano quasi niente al centrocampo allestito da Pirlo (che con Ramsey e Rabiot non sembra proprio un centrocampo stile Juve). La prima fiammata è di Vlahovic, imbeccato da Ribery, con Szczesny che esce alla disperata. Poi c’è il palo di Pulgar con tiro deviato da un bianconero. E poi la follia di Rabiot, che in area salta in maniera scomposta, con il braccio teso, e procura il rigore che Vlahovic trasforma con grande eleganza, da giocatore ormai maturo. La fine del primo tempo ci regala una Fiorentina in grande spolvero, che sembra in grado di tenere a bada i bianconeri senza grosse difficoltà.

Nella ripresa entra Morata che dopo pochi secondi semina Martinez Quarta, entrato al posto di Venuti, e beffa un Dragowski un po’ incerto. Si potrebbe pensare a un secondo tempo strabordante della Juventus, ma non è così. La Fiorentina controlla bene e, anzi, continua a far paura alla difesa bianconera, con Ribery che fa ammattire Cuadrado, e Vlahovic che fa a sportellate con De Ligt e Chiellini, spesso prendendo preziose punizioni. A centrocampo Amrabat e Pulgar continuano a tenere bene, solo Castrovilli sembra perdere colpi, anche perché non in grado di reggere il doppio ruolo di incontrista e incursore. Poi esce Ribery, e la Viola comincia a perdere smalto, anche se la Juventus non è in grado di creare pericoli ulteriori alla difesa avversaria. Finisce con un salomonico 1 a 1, che fa contenta la Viola (ma non troppo) e scontenta parecchio i bianconeri, alle prese con la qualificazione Champions.

Alla fine rimane il rammarico, da parte della Fiorentina, di non essere riuscita a portare a casa i tre punti. Nemmeno con una prestazione di alto livello, una delle migliori di quest’anno. La sensazione è che i giocatori si trovino molto in sintonia con Iachini. Purtroppo, come detto, la mancanza di una panchina anche solo di discreto livello confina la squadra in posizioni di classifica sicuramente non consone al suo prestigio. Una cosa di cui Commisso & c. dovranno assolutamente tenere conto per la prossima stagione. Da parte bianconera, invece, la società farebbe bene a recitare il mea culpa per aver allestito una rosa numerosa quantitativamente ma qualitativamente povera, soprattutto a centrocampo. Ma anche per aver esonerato Sarri e chiamato Pirlo. Peccato, però, che il tecnico bianconero si sia accorto dell’errore fatto all’inizio tenendo fuori Morata.

Se non se ne fosse accorto saremmo a scrivere, con ogni probabilità, di una vittoria viola.

Duccio Magnelli

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