Clara Mondonico: “Papà è sempre con noi e tifa viola. La Fondazione porta avanti le sue idee”

Clara Mondonico: “Papà è sempre con noi e tifa viola. La Fondazione porta avanti le sue idee”

Il Mondo è uno di quegli amori che Firenze ha consumato a modo suo. Emiliano Mondonico era entrato nel cuore dei tifosi ancor prima di riportare la Fiorentina in Serie A. E quando se n’è andato, ha colpito tutti. Dal 2019 farà parte dell’Hall of Fame viola, e a parlarcene è la figlia Clara.

Clara Mondonico, suo padre è entrato nella Hall of Fame della Fiorentina.

L’ho saputo con anticipo, ovviamente. C’era il sentore già dallo scorso anno. L’emozione è tanta: per un fiorentino, entrare nella Hall of Fame della Fiorentina è un sogno”.

Un premio che suggella ancor più il rapporto con Firenze.

“I tifosi della Fiorentina lo ricorderebbero a prescindere, ma è un bellissimo riconoscimento. Una stupenda serata, circondata da amici. Dopo la scomparsa di mio padre ho fatto una selezione naturale: quando accadono certe cose arrivano tutti, ma poi devi vedere chi rimane. I ragazzi del Museo Fiorentina e i tifosi sono rimasti”.

Che legame ha con la Fiorentina?

Ho un bellissimo ricordo della città e della tifoseria. Ancora prima della risalita con papà, gli volevano bene. Mi diceva che ero la sua ultras, e la mia squadra era lui. Vedere il calore della gente per lui era motivo d’orgoglio. Non capita a tanti di essere osannato dove non sei mai stato. Quando lo incontravano per strada erano sempre baci e abbracci. Il 7Bello, lo scorso anno, mi ha regalato una stella”.

Il momento più bello da vivere nella sua esperienza in viola?

“La sera della promozione. Papà era matto ed era contentissimo. Aveva gli occhi lucidi, l’ho abbracciato e aveva ancora l’accappatoio dopo il bagno negli spogliatoi”.

Il ricordo, invece?

“Quando la Fiorentina lo contattò eravamo a casa insieme: io e lui. Mi chiama e mi dice: ‘Prepariamo la valigia, devo andare a Firenze. Forse firmo per la Fiorentina’. Ancora adesso dall’emozione del momento non so dire cosa gli misi dentro”.

Parallelamente al ricordo e al riconoscimento del Museo Fiorentina, prosegue la Fondazione.

“Come dico sempre, è nata da un egoismo buono. Non potevo permettere che finisse tutto quel giorno. Non era giusto. Teneva tanto a questi ragazzi. Una persona famosa, sebbene non si ritenesse tale, poteva fregarsene: invece era sempre a disposizione dei bambini. È stato un insegnamento, aveva tanta voglia anche quando non stava bene. Non potevo lasciare che finisse tutto. E penso sempre che lui sia qua”.

Giacomo Brunetti

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