Neto, il presente è solo viola

Neto, il presente è solo viola

I compagni di squadra non lo hanno mai sentito uscire dal gruppo. Lo hanno visto allenare ogni giorno come un numero uno, come il titolare, anche se nelle gerarchie era scivolato da primo a quarto portiere. Norberto Neto, al di là delle polemiche e della reazione di pancia della gente, ferita per l’annuncio del giocatore in cui ufficializzava di fatto la conclusione della sua carriera a Firenze, ha ripreso da dove aveva lasciato. Dalla gara contro l’Empoli, nel 2014, e pure dall’impresa contro il Tottenham che fatto volare la Fiorentina agli ottavi di finale di Europa League. Lo ha fatto in nome della sua professionalità, ha detto, e soprattutto per la sua Nazionale, quella Seleçao riconquistata proprio grazie alla vetrina viola. «Quella contro gli inglesi è stata una partita importante – ha spiegato ai connazionali di Globoesporte – . L’avrei vissuta in maniera particolare anche se fossi rimasto fuori, perché vesto questa maglia da troppo tempo per non esserne partecipe. Uno degli obiettivi della mia carriera è quello di diventare uno dei migliori portieri del Brasile». Ha raccontato poi la sua verità: «Su di me è stato detto tanto, ad esempio che non ho prolungato con la Fiorentina perché non ero felice nel club ma non è così. Sono contento del lavoro svolto in questi anni, ma ho scelto quello che credo meglio per la mia vita». La Juventus lo aspetta a parametro zero, ma lui non conferma. «Alcuni tifosi non l’hanno presa bene – ha continuato -, si sono arrabbiati, ma il calcio è fatto così. A Firenze ho vissuto momenti bellissimi ed altri difficili. Sono un professionista e posso scegliere quello che ritengo più giusto per me». L’esser finito ai margini della squadra – in panchina a Parma, poi in tribuna, fino allo stop di Tatarusanu – non l’ha vissuto bene. «Si tratta di una situazione piuttosto difficile, soprattutto per il modo in cui sono andate le cose. Io però ho un contratto in essere fino al termine della stagione e onorerò l’impegno preso: è l’atteggiamento più serio che possa avere. All’interno del club non tutti sono d’accordo, ma anche questo fa parte del calcio. Continuerò a lavorare al massimo mantenendo alta la concentrazione». Non ha parlato mai del suo futuro, anche se pare chiaro che presto potrà indossare la divisa bianconera. Di certo c’è che la differenza, una volta di più, dovrà farla proprio contro la Juventus. Regalando, per il secondo anno di fila, proprio lui la finale di Coppa Italia alla sua squadra. Neto sa benissimo che questa gara non potrà sbagliarla. In virtù della professionalità a cui ha fatto riferimento e per la sua Nazionale. «Se riuscirò a difendere a lungo la porta del Brasile facendone la storia, allora sì, vorrà dire che avrò realizzato i miei sogni». Il sogno dei tifosi viola di una nuova finale, intanto, dipende da lui. Portiere a tempo che di fronte si troverà un futuro, per lui, nemmeno troppo lontano.

Francesca Bandinelli

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