Pantaleo Corvino, il ritorno

Pantaleo Corvino, il ritorno
Il nuovo inizio viola del “Corvo” si concretizza in una sala stampa del Franchi brulicante di giornalisti. Il nuovo (si fa per dire) direttore generale della Fiorentina si presenta accompagnato dal presidente operativo Mario Cognigni, che lo marca “stretto”, facendo un breve excursus sul suo passato in viola:
“Corvino non ha bisogno di presentazioni – ha spiegato Cognigni – tutti sanno quello che ha fatto nella Fiorentina. Ha portato grandi campioni, scoprendoli prima degli altri e ci ha portato in Champions League. Con lui ci eravamo presi una pausa di riflessione, ma adesso riprenderemo il filo del discorso per rimodellarci in un nuovo percorso di crescita, seguendo sempre i parametri del fair play finanziario”.
Poi il microfono passa a Pantaleo Corvino che regala subito notizie importanti sullo staff che lo accompagnerà in questa sua nuova avventura viola.
Pantaleo Corvino, quali saranno i suoi collaboratori nella nuova Fiorentina?
“Il direttore sportivo sarà Carlos Freitas, ex Sporting Lisbona, Panathinaikos e Braga. Un portoghese come il nostro allenatore, dunque: viva i portoghesi! E’ molto preparato, ho lavorato spesso con lui e ci coadiuverà nel processo di crescita. Poi avremo con noi Martin Jorgensen che sarà il referente nel mercato scandinavo e fungerà anche da ambasciatore internazionale. Stiamo anche cercando un altro personaggio che possa mantenere i rapporti con la tifoseria viola, ma qui la scelta è difficile e non la vogliamo sbagliare. Dunque servirà tempo. Rui Costa? Lui non lo abbiamo mai cercato per fare il direttore sportivo. L’ho chiamato per trattare alcuni giocatori del Benfica, ma non sono riuscito ancora parlarci”.
Che tipo di mercato ha in mente per la Fiorentina? 
“La nostra proprietà, come i nostri tifosi, vuole crescere. Anche noi vogliamo crescere e siamo molto ambiziosi. Dunque cercheremo di fare una Fiorentina più forte. Anche se dobbiamo tenere ben presenti le regole imposte dalla Uefa sul far play finanziario. Vogliamo giocatori forti, ambiziosi che abbiano la stessa fame che abbiamo noi”.
Ha parlato con Paulo Sousa, cosa ci può dire?
“Con Paulo Sousa abbiamo parlato a lungo. E’ un valore aggiunto della Fiorentina. Con lui condividiamo tutto e ci simo detti he ognuno lavorerà al massimo per raggiungere quei traguardi che mancano tanto alla Fiorentina  e ai nostri tifosi”.
L’obiettivo è vincere un trofeo? Quanto manca per farlo?
“Sì, vogliamo arrivare il prima possibile a un traguardo. E’ quello che ci chiede la proprietà e che vuole la nostra gente. Ci siamo stati vicinissimi, ma questo non basta. Se non siamo riusciti a  vincere, significa che qualcosa abbiamo sbagliato in passato. Faremo di tutto per mettere qualcosa in bacheca e tenere la Fiorentina ai vertici. Dipende tutto da noi. Il modello può essere il Leicester, anche se per vincere ci vuole anche molta fortuna”.
Qual è il suo nuovo sogno viola? 
“Il mio sogno è  quello dei tifosi e della proprietà,  cioè  arrivare primi in qualche competizione e questo sarà il nostro scopo. Sogniamo anche di creare un grande settore giovanile che sia una grande risorsa per la prima squadra”.
La nuova Fiorentina sarà più italiana?
“Quest’anno partiamo con la necessità  di avere una rosa più  italiana. Purtroppo l’attuale Fiorentina non ha molte soluzioni italiane. Dovremo lavorare molto in questa direzione. Bernardeschi, da questo punto di vista è una risorsa straordinaria e per noi sarà  un patrimonio intoccabile da cui ripartire”.
Se dovesse dare un titolo di un’opera d’arte alla nuova Fiorentina, quale sceglierebbe?
“Sceglierei l’Arte Povera. A Paulo Sousa, nel salutarlo quando l’ho visto in Portogallo, ho detto: noi siamo come due contadini. A te, come a me, piacciono la terra e gli ulivi. Ebbene noi saremo i due contadini che, mettendo insieme le nostre forze, faremo crescere e fruttare la terra”.
Tommaso Borghini

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