Sousa-Pioli, innovatori a confronto

Sousa-Pioli, innovatori a confronto

Il tecnico viola e quello biancoceleste pronti a sfidarsi a colpi di tattica. Il portoghese ha una media punti da record, l’italiano vola solo in Europa.

Paulo Sousa nel suo fortino vuole continuare a vincere. Sette i successi interni dei viola (in campionato) al Franchi sulle 9 partite giocate (l’unica squadra a fermare la Fiorentina in casa è stata la Roma, mentre il pari è arrivato con l’Empoli nel derby toscano), 20 i gol fatti e solo 5 le reti subite, meglio di Inter e Juventus. Stefano Pioli, invece, con la sua Lazio ha bisogno assoluto di invertire il trend di risultati. Se i tifosi biancocelesti contestano all’Olimpico, ecco che il primo dietrofront dovrà arrivare in trasferta. Dopo aver battuto, nell’ultima partita del 2015 prima della sosta invernale, la capolista guidata da Roberto Mancini, per altro con una prova convincente, c’è il sogno di continuare a macinare punti per risollevare una classifica fin qui oltremisura grigia. La testa, in queste ore, a Formello, più che al calcio giocato è soprattutto al mercato: Lotito ha fatto la sua richiesta per Candreva – 50 milioni! – mentre il tecnico avrebbe preferito preservare le energie per il rettangolo verde. C’è il Milan sulle tracce dell’esterno classe ’87 della Nazionale italiana, ma pure l’Inter non molla. Sarà da vedere, insomma, se il giocatore che a cavallo di capodanno non si è allenato per una sintomatologia febbrile riuscirà a scendere in campo al Franchi o se il mercato ne condizionerà il prosieguo della stagione.
Per certi versi, i due allenatori un po’ si somigliano. Innovatori entrambi, capaci di portare avanti a prescindere le proprie idee di gioco. Sousa è ripartito da quanto costruito da Vincenzo Montella, ha solo aggiunto grinta alla squadra, specialmente nel modo di difendere, e molto più orgoglio. Tatticamente molto preparato, ha messo la pelle del camaleonte alla sua Fiorentina, capace di schierarsi con differenti moduli a seconda dell’avversario ma con la medesima filosofia ben riconoscibile. Quella spinta emozionale a cui fin dal giorno della presentazione ha fatto riferimento è diventata il fulcro di tutto, capace persino di disegnare un cuore in mezzo al campo nel giorno dell’apertura degli allenamenti alla gente e dell’abbraccio dei diecimila arrivati nonostante pioggia e vento. Pioli, per quanto con più tempo a disposizione, ha fatto lo stesso alla Lazio. Ci ha messo la faccia e pure il coraggio di osare nelle proprie scelte. Ama il 4-2-3-1 che all’occorrenza può trasformarsi in un 3-5-2, con i terzini che partecipano all’azione offensiva, ma con la Lazio ha messo spesso in pratica il 4-3-3. Ha rimediato – e con lui la squadra – sonori schiaffi, ma ha regalato pure soddisfazioni non di poco conto, a cominciare dall’Europa. Ai sedicesimi di finale ci sarà il Galatasaray, ma il tempo per preparare l’infuocata sfida non manca. Intanto c’è la gara del Franchi: si affronteranno la squadra che segna più di tutti in campionato e quella che nei primi 15 minuti incassa statisticamente più gol. Sousa, in Serie A, viaggia ad una media punti-partita superiore a 2, Pioli poco più di 1,2.

 

 

Francesca Bandinelli

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