Trapattoni: «La Viola trovi la forza di reagire»

Trapattoni: «La Viola trovi la forza di reagire»

Quattordici anni nel Milan da calciatore, quasi 40 da allenatore, 7 campionati italiani, Coppa dei Campioni, Coppa Uefa e tanti altri prestigiosi titoli tra Italia, Germania, Portogallo e Austria, oltre alle esperienze alla guida della Nazionale Italiana e quella irlandese, Giovanni Trapattoni è uno che non ha certo bisogno di presentazioni, il suo palmares parla da solo. Nella sua lunghissima carriera da tecnico, il Trap, è passato anche da Firenze, tra il 1998 e il 2000. In quelle due stagioni la Fiorentina ha fatto cose importanti anche in Europa, disputando Coppa Uefa e Champions League. Giovedì, la Fiorentina è attesa da un difficile impegno a Kiev, per l’andata dei quarti di finale di Europa League e noi abbiamo contattato proprio il tecnico milanese che ha guidato i viola in molte avventure europee.

Signor Trapattoni, quanto è difficile la partita di Kiev?

«Più si va avanti nelle competizioni e più le partite diventano complicate, la Fiorentina però ha carattere, temperamento e un’idea di gioco. L’impatto non sarà facile ma le squadre italiane sono capaci di soffrire e reagire, sono fiducioso».

Sarà necessario mettersi alle spalle la bruciante eliminazione contro la Juventus?

«Condivido in pieno le parole di Montella a fine gara. La squadra è uscita ma ha avuto le sue occasioni, se le avesse sfruttate avrebbe anche potuto superare il turno. Nella prima parte della gara la Fiorentina non ha affatto demeritato. Il compito di Montella è quello di far recuperare fiducia alla sua squadra, i viola devono essere consapevoli dei propri mezzi, che gli hanno permesso di ottenere grandi risultati».

La Fiorentina ha eliminato Tottenham e Roma, è tra le favorite per arrivare in fondo?

«I viola dovranno mettere in campo lo stesso entusiasmo e lo stesso attaccamento alla partita mostrati contro inglesi e giallorossi, in quelle occasioni c’erano 3 giocatori viola su ogni pallone. La Fiorentina può essere la vera sorpresa, le altre formazioni bene o male sono squadre più blasonate o comunque più abituate ad arrivare in fondo a competizioni europee. Non c’è niente di irraggiungibile, servirà anche un briciolo di fortuna, ovvero evitare infortuni e squalifiche pesanti, ma i ragazzi di Montella ce la possono fare».

Che squadra è la Dinamo Kiev?

«L’ho vista contro l’Everton negli ottavi di finale, è una formazione compatta e difficile da affrontare, Rebrov è un buon allenatore. Le squadre straniere, in generale, sono meno attente ai dettagli rispetto a quelle italiane. Alcune formazioni estere sono più forti di quelle del nostro paese ma per batterle devono sempre dare qualcosa di più».

Giocare la prima partita in trasferta è un vantaggio?

«E’ vero che i gol fuori casa valgono doppio ma vivere con l’illusione di poter cambiare le sorti di una qualificazione nella gara di ritorno può anche essere controproducente. In questo caso tutte le squadre tendono a segnare in trasferta per poi giocarsela in casa ma non sempre è così facile».

Neto e Tatarusanu?

«E’ capitata anche a me una situazione simile, ai tempi della Juventus, con Tacconi che stette fuori per molto tempo ma poi lo riproposi in occasione di una finale. Questa è una valutazione che solo Montella può fare, dovrà valutare il carattere e lo spirito di Tatarusanu».

 

C’è un giocatore che, proprio come fece Batistuta contro lArsenal, può inventarsi una giocata simile?

«Non saprei, quella squadra dipendeva strettamente da due campioni come Batistuta e Rui Costa, questa è una Fiorentina diversa che non si affida completamente ai colpi di un singolo uomo ma fa del gioco di squadra la sua forza».

Redazione

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