Pecci: “Io punterei di più sui giovani della Primavera”

Pecci: “Io punterei di più sui giovani della Primavera”

di Lorenzo Matteucci

Eraldo Pecci è stato uno dei migliori centrocampisti d’Italia, dotato di un’intelligenza calcistica sopra la media e di una genuina simpatia. Tra le altre ha vestito la maglia viola dal 1981 al 1985 e quella rossoblù del Bologna che proprio oggi si presenta al Franchi per la sfida di campionato. Lo abbiamo contattato per farci raccontare le sue impressioni sulle due squadre e su che su cosa ci dobbiamo aspettare da questa seconda parte di stagione.

Un suo giudizio da questa prima parte di stagione da parte della Fiorentina?

«Dopo ciò che di bello e interessante era stato fatto vedere nella scorsa stagione ci si aspettava sicuramente qualcosa di più. Prima la squadra di Italiano faceva un gran gioco mentre quest’anno fa più fatica. La vendita di Vlahovic ha influito ma a certe cifre è stato giusto venderlo il problema semmai viene dopo».

Si spieghi meglio.

«L’errore, anzi a questo punto gli errori sono stati fatti nel cercare il sostituto. Se non lo azzecchi nascono i problemi che poi a cascata si ripercuotono su tutta la squadra. Quando si fa il mercato bisogna muoversi con attenzione e scegliere bene su chi puntare. Una società deve lavorare su uno scheletro base e poi ogni anno lavorarci su».

C’è un calciatore che secondo lei potrebbe aiutare a risolvere i problemi in attacco? 

«Gabriel Omar Batistuta (ride, ndr), lui sì che li risolverebbe ma uno come lui non potrebbe arrivare. Adesso la società viola, come anche il Bologna, deve andarli a scovare ancora più piccoli di età altrimenti non gli toccano. Ho letto della vittoria della Fiorentina Primavera, magari se riescono a lavorare bene possono scovare dei buoni calciatori poi da far giocare stabilmente in prima squadra».

Belotti non la stuzzica?

«In passato avrei detto subito sì ma ad oggi sono un po’ perplesso, ho dei dubbi che possa fare la differenza».

L’arrivo di Salvatore Sirigu la soddisfa? 

«Ha un passato importante, anche in Nazionale, per cui può tornare utile. Vedremo se riuscirà a invertire le gerarchie di Italiano».

Sul Bologna cosa dice?

«Hanno dei giovani interessanti ma anche loro senza Arnautovic fanno una fatica bestiale a segnare e purtroppo in questo gioco se non segni è dura vincere. Quella rossoblù mi pare una squadra, come ce ne sono altre in Italia, che non restano invischiate nella lotta per non retrocedere ma neanche aspirano a salire di uno scalino. Insomma, senza obiettivi. Non c’è continuità di rendimento e si vive di alti e bassi continui».

In conclusione le chiedo un giudizio sul presidente Commisso.

«Da fuori non è semplice giudicare ma vedo un po’ di impasse. Non gli si può certo rimproverare di non aver speso, semmai ci si deve domandare il come sono stati spesi questi soldi. Se gli acquisti fatti non rendono ecco che la parte dirigenziale dovrebbe essere messa in discussione. Di sicuro l’investimento per il Viola Park gli fa onore e va ringraziato, speriamo sia un punto di partenza per crescere giovani che poi possano diventare l’ossatura di una Fiorentina vincente. Vedo comunque entusiasmo nel presidente ma poi quando ci si trova a lottare contro società più blasonate e con più liquidità a disposizione diventa tutto più complicato».

Redazione

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