Adesso prendiamoci la finale

Adesso prendiamoci la finale

COSA VA

IL MATCH DI ANDATA A TORINO. Aver chiuso l’andata sul 2-1 è certo un vantaggio. La Fiorentina ha più risultati che le possono garantire il passaggio del turno. Ovviamente la vittoria, ovviamente qualsiasi pareggio, e perfino una sconfitta per 1-0. Spero che questi “calcoli” non la condizionino negativamente. Ma dopo tutte queste premesse positive ci si può dimenticare che la Juventus è la più forte squadra italiana (da 3 anni e mezzo) come dimostra la classifica e l’enorme distacco che vanta su tutte e altre, Fiorentina inclusa? Ci si può dimenticare che la Juventus ha una intera settimana per concentrarsi sul match con il Monaco in Champions e che la sconfitta patita allo Juve Stadium non l’ha certo digerita bene, motivo per cui farà di tutto per riscattarla? Ad una Juventus dimessa e rassegnata io non credo. Solo se fosse sotto nel punteggio a 5 minuti dalla fine, penserei che possa anche mollare. Ma prima no. Non fidatevi, né voi calciatori, né voi tifosi.

LE PARTITE SECCHE. L’andamento della Fiorentina quest’anno dice che in campionato c’è stata più discontinuità che nelle Coppe. In teoria la Fiorentina potrebbe dover vincere una sola partita, la finale di Coppa Italia, per poterla portare a casa, e una partita sola anche in Europa League, sebbene nella migliore delle ipotesi se ne debbano giocare cinque. Due nei quarti, due in semifinale, una in finale. Ma le prime quattro potrebbero essere anche tutte teoricamente pareggiate (non vinte insomma) ma in modo tale da poter ugualmente proseguire nel cammino verso la finale. Secondo me quest’ipotesi, certo estrema, è favorevole alla Fiorentina che ha dimostrato quest’anno che quando una partita la “sente” davvero, la gioca bene. L’ha dimostrato a Torino con la Juve, Milano con l’Inter, a Firenze con il Milan, all’Olimpico due volte con la Roma. I punti che non doveva perdere li ha persi con Parma, Torino, Sassuolo e via dicendo. Estremizzando il concetto ai confini del paradosso una Fiorentina vittoriosa nel doppio confronto la Dinamo Kiev rischierebbe di sottovalutare più un’eventuale semifinale contro la squadra vincente di Bruges-Dnipro che non una squadra sulla carta più forte come il Wolfsburg o Napoli, il Siviglia o lo Zenith.

MATI E PIZARRO. Se non si sono fatti male nel corso della trasferta è un bene che sia Mati Fernandez, in panchina contro il Brasile, sia Pizarro, nemmeno in panchina, non siano stati “stressati” dalla nazionale cilena. Entrambi avevano bisogno più di riposo che di giocare.

COSA NON VA

MONTELLA  E SE IO FOSSI DELLA VALLE. L’uscita di Montella che invita la società a fare piani chiari mi è parsa intempestiva. Non dico che non sia giusto pretendere “patti chiari per fare un’amicizia lunga”, ma a parte il fatto che lui il contratto ce l’ha fino al 2017 e che quindi è tenuto ad allenare quei giocatori che la dirigenza gli mette a disposizione, alla vigilia di tre partite importanti per campionato, coppa Italia e Europa League il momento scelto per fare quest’uscita non è stato dei più felici. Perché? Non è che la società viola potesse concludere operazioni di mercato in questi 10/15 giorni, almeno credo, e allora quale è il senso dell’uscita di Montella?

Poteva semmai parlarne all’interno dei suoi rapporti con la società prima che con la stampa. Non è certo così ingenuo Montella da non immaginarsi che quelle frasi dette ad una tv che ha sede in Albania ma viene vista in Italia non avrebbero avuto ripercussioni e conseguenze. Sicuramente i Della Valle e Cognigni non avranno gradito. E’ come se Montella avesse detto loro, a mezzo stampa: “Parlate di grandi progetti qua, grandi progetti là, ma avete davvero intenzione di mettere mano al portafogli e comprare i giocatori importanti che servono per fare una grande Fiorentina competitiva da primi tre posti e in campo internazionale?”. Questa almeno è la mia interpretazione. Uno che ti pone una domanda così è uno che dubita delle tue intenzioni. Fra l’altro don Vincenzo è in ottimi rapporti con il ds Pradè, ben più di quanto lo fosse con il “partente” Macia.

Proprio questi ottimi rapporti lasciano spazio alle insinuazioni di chi ritiene che possa essere stato lo stesso Pradè ad aver manifestato qualche dubbio a Montella sulla reale volontà dei Della Valle. E a lui che la proprietà assegna un budget per agire sul mercato. Chi meglio di lui può conoscere le intenzioni dei Della Valle? Ma anche in questo caso l’uscita di Montella – ispirata o meno – non la si giustifica troppo. L’ha avuta prima di quattro partite importanti, quella con la Sampdoria – che poteva avere riflessi importanti per il campionato – quella con la Juve in Coppa Italia, la trasferta a Napoli e la prima sfida con la Dinamo a Kiev. Se io fossi uno dei Della Valle o Cognigni avrei detto a Montella: “Scusa Vincenzo, prima vediamo quali traguardi conquistiamo, perché è chiaro che se conquistassimo il terzo posto oppure vincessimo la Europa League partecipando alla Champions League avremmo al contempo sia la possibilità di guadagnare più soldi sia la necessità di fare una squadra più competitiva per cercare di andare più avanti possibile in quella competizione e fare appunto quei soldi. Una vittoria in Coppa Italia invece – che ad oggi è obiettivamente il traguardo più raggiungibile, lontano solo due partite, cioè una buona partita contro la Juventus per non compromettere il risultato dell’andata e una ancora migliore nella finale contro Napoli o Lazio in una partita secca – ci darebbe grandissima soddisfazione, il primo titolo per noi Della Valle, ma in termini economici e di conseguente campagna acquisiti non modificherebbe sostanzialmente la situazione. Tieni presente, Vincenzo, che anche andare a disputare una semifinale di Europa League contro una squadra di prima fascia potrebbe voler dire ancora un altro grane incasso…insomma sempre soldini da non buttar via, ma da riversare sul mercato. Idem la finale, che anche in Polonia, ci porterebbe qualche benefit…”. Sarebbe un discorso che non farebbe una grinza.

Insomma l’esternazione improvvisa e, ripeto, intempestiva, di Montella – che è per solito uno molto saggio e prudente, uno che non parla a caso – nasconde forse qualcosa? Poca fiducia dell’allenatore nei confronti della proprietà anche se le cose andassero benissimo sui tre fronti – o i due che portano più soldi – o andare a caccia di frizioni per seguire altre strade lontano da Firenze?

NETOTATARUSANU. Il portiere rumeno non ha mai fatto problemi quando era in panchina. Non li farà nemmeno adesso. Così penso. Però è guarito. E il problema c’è. Credo che Montella ormai insisterà con Neto. E che la Fiorentina dovrà cercarsi un secondo portiere di livello. Quelli che ha oggi come riserve non danno affidamento …se si sogna una grande stagione. Ma e se la proprietà avesse cercato in questi giorni di imporre a Montella il ritorno di Tatarusanu fra i pali? Questa potrebbe essere una possibile causa dell’uscita di Montella di cui sopra.

Ubaldo Scanagatta

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