Baggio torna a Firenze e incorona Berna: “Può diventare meglio di me”. Le foto

Baggio torna a Firenze e incorona Berna: “Può diventare meglio di me”. Le foto

“Non è un miraggio, Roberto Baggio gol”. Così cantava “Il Generale” ai tempi del giovane Roberto-fiorentino. Un motivetto reggae che ti entrava nella testa e ti faceva sognare, pensando alle giocate fantastiche di un ragazzo che entusiasmava Firenze e i tifosi viola. E non era un miraggio quel Roberto Baggio riapparso ieri in città, dopo “una vita”, per partecipare alla kermesse di moda Pitti Uomo.
“Ho passato anni intensi e bellissimi a Firenze – ha detto Baggio – e conservo ricordi importanti. E’ sempre bello poterci tornare”.
I supporter viola lo ricordano tutti con il dieci stampato sulle spalle, lo stesso numero indossato da Federico Bernardeschi. Un azzardo definirlo il suo erede in viola? Secondo Baggio no: “Può diventare meglio di me. Di certo ha grandissime qualità e deve ancora crescere. Ogni anno che passerà, acquisterà sempre più esperienza e darà qualcosa in più”.
Lui, nel 1990, fu protagonista di un “gran rifiuto”. Ceduto alla Juventus l’estate prima, non volle battere un calcio di rigore contro la “sua” Fiorentina nel match del Franchi tra viola e bianconeri. De Agostini sbagliò il penalty e la Fiorentina vinse la partita grazie alla rete di Fuser. Non contento, uscendo dal campo sostituito dal Trap, Baggio raccolse una sciarpa viola gettatagli dalle tribune e se la mise al collo. Ricordi da brividi che fanno venire la pelle d’oca ancora oggi, alla vigilia della sfida di domenica prossima tra i gigliati e la Vecchia Signora.
“Sono sicuro che Fiorentina – Juventus sarà uno spettacolo – ha chiosato Baggio – sappiamo tutti che è molto sentita dalle due tifoserie e dovrà essere uno show che tutti si possano godere”.
Insomma non era un miraggio Roberto Baggio, o forse sì… ma prima di dissolversi c’è tempo per un’ultima battuta: “Il calcio mi emoziona ancora, è la passione più grande della mia vita, mi manca il profumo dell’erba ed avere ancora l’affetto della gente è una cosa incredibile”.

Tommaso Borghini

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