Basilea, la mina vagante d’Europa

Basilea, la mina vagante d’Europa

Regina incontrastata in Svizzera, da anni protagonista nelle competizioni continentali
Il vecchio Samuel guida la difesa del tecnico Fischer. L’ex viola Kuzmanovic leader nel mezzo.

Basilea è la terza città della Svizzera come numero di abitanti, dopo Zurigo e Ginevra, ma la sua squadra di calcio è da anni regina incontrastata della terra elvetica.

Il club presieduto da Bernhard Heusler è, infatti, campione in carica della Super League (il massimo campionato svizzero) da ben 6 stagioni consecutive e, dal 2001 a oggi, ha vinto 10 dei 14 titoli in palio.

E non finisce qui, perché il Basilea negli ultimi tempi è diventato anche un bruttissimo cliente a livello europeo, i suoi risultati infatti parlano chiaro: nel 2011 gli svizzeri sono riusciti nell’impresa

Di battere il Manchester United per 2-1, eliminando i Red Devils dalla fase a gironi della Champions Legue e centrando una storia qualificazione agli ottavi di finale. Ottavi che, nella gara d’andata, li hanno visti superare per 1-0 addirittura il Bayern Monaco allo stadio Sankt Jacob Park, salvo essere travolti nel retour match in Baviera con un pesantissimo 0-7.

Nel 2012-13 il Basilea è grande protagonista anche in Europa League dove riesce a farsi strada fino alle semifinali (proprio come la Fiorentina nella scorsa stagione) uscendo eliminato a opera dei futuri campioni del Chelsea.

L’anno successivo, dopo essere stati retrocessi dal girone di Champions, gli elvetici raggiungono i quarti di Europa League, cadendo per mano del Valencia, nonostante il successo per 3-0 nella gara d’andata (clamoroso il crollo esterno: 0-5 dopo i tempi supplementari).

Infine l’ultima stagione, quella con l’attuale tecnico viola Paulo Sousa in panchina: sotto la guida del portoghese il Basilea stravince il campionato nazionale e si qualifica agli ottavi di finale di Champions, superando nel girone la concorrenza del Liverpool, battuto in casa e fermato sul pari a domicilio. Poi l’eliminazione subita contro il Porto nel doppio confronto degli ottavi (pari in casa, tonfo per 4-0 in terra lusitana).

Dunque gli svizzeri possono ritenersi una squadra dalla grande esperienza europea e da prendere assolutamente con le molle, soprattutto quando si incontrano sul proprio terreno. Anche andando a esaminare la rosa a disposizione del tecnico Urs Fischer, c’è da stare con gli occhi spalancati: in difesa spicca Walter Samuel, ex “muro” di Roma e Inter oltre che della nazionale argentina, oggi penalizzato dall’età (37 anni), ma pur sempre difficile da superare.

A metà campo si trova la vecchia conoscenza viola Zdravko Kuzmanovic, giocatore che non è riuscito ancora a esprimere tutte le sue potenzialità ma che, se in giornata, è avversario assai temibile. Accanto a lui il jolly Thaulant Xhaka, oggetto del desiderio di Sousa che lo voleva portare a Firenze nell’ultimo mercato. Da tenere sotto controllo pure l’esterno giapponese Yoichiro Kakitani, il centrocampista ex Pescara Bjarnason e l’attaccante austriaco Mark Janko, autentico bomber di scorta che quando entra segna spesso . Ma la vera stella della squadra elvetica è l’attaccante Breel Donald Embolo, classe ’97, cercato in estate da molte big europee e rimasto a Basilea per la strenua resistenza del club che gli ha dato una valutazione altissima. Lui il pericolo numero uno di una squadra che vuole riscattare la fresca e cocente eliminazione ai preliminari di Champions League subita contro il Macabi Tel Aviv.

Tommaso Borghini

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