Battiamo il ferro finché è caldo

Battiamo il ferro finché è caldo

Proprio quando iniziava a serpeggiare la preoccupazione, vera, la Fiorentina si è ritrovata. Di colpo due vittorie consecutive, di colpo gol a grappoli, di nuovo Kalinic bomber, di colpo Bernardeschi bello e ispirato, insomma la resurrezione.  E’ come se quello che pareva approssimativo e forzato di colpo fosse tornato logico. Sono bastate poche cose: due esterni che tenessero la posizione pur senza far miracoli (Salcedo e Oliveira) due esterni alti che alzassero il ritmo e crossassero come il cielo comanda (Tello e Bernardeschi) una punta che sfruttasse tutto il possibile e anche qualcosa di più. Kalinic tripletta come un anno fa all’Inter. Ma questi sono solo segnali perché il ferro va battuto quando è caldo. La vittoria in repubblica ceca e a Cagliari hanno bisogno di una «battuta» ulteriore, subito, contro il Crotone. I viola sono tornati di fatto verso l’altra metà della classifica, considerando poi che c’è ancora la gara con il Genoa da completare di giocare a Marassi. Contro i calabresi la squadra di Sousa ha praticamente… l’obbligo di ripetersi. Un successo davvero, considerato il risultato che manca, potrebbe riportare la Fiorentina lassù. Ed ha ragione il tecnico portoghese: le vittorie fanno bene, maledettamente bene. Così come i gol servono ai centravanti, quanto il pane a chi è affamato. Quindi Kalinic potrebbe mettersi di nuovo a tavola. Infine una soddisfazione per chi ha sempre creduto in Federico Bernardeschi: dategli spazio, un po’ di prateria e una porta a stretto giro di tiro e il ragazzo di Carrara farà ancora vedere che quel dieci sulla maglia se lo merita. Ma adesso conta solo il Crotone per respirare l’aria che fa meglio ai polmoni, l’aria di cime meno lontane e alte.

Alessandro Rialti

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