Casarin: «Fiorentina, alta qualità a basso costo »

Casarin: «Fiorentina, alta qualità a basso costo »

L’ex arbitro, oggi opinionista di Radio Rai: “I dirigenti viola bravi a scovare il talento. Diamo tempo a Sousa e farà grandi cose”.

Campionato senza pausa, tutto d’un fiato. La sconfitta contro la Roma è alle spalle da pochissimo tempo, ma in casa Fiorentina è già tempo di pensare al Verona, orfano di Luca Toni e assolutamente voglioso di fare punti per risollevare una classifica allarmante. Sousa sarà costretto a cambiare qualcosa in formazione, perché i tanti impegni ravvicinati impongono di attingere alle seconde linee. Domenica al Franchi arriva il Frosinone, gara pericolosa per essere la terza in una settimana. Ed è risaputo che la terza è sempre la peggiore da affrontare. Questa settimana, Il Brivido Sportivo, ha intervistato in esclusiva l’ex arbitro Paolo Casarin, che oggi è opinionista di Radio Rai ed è sempre molto lusinghiero nei confronti della Fiorentina: «Sono molto convinto del progetto tecnico viola. Ho imparato a conoscere i dirigenti della Fiorentina nell’ambito del Cartellino Viola, visto che ho avuto l’onore ed il piacere di far parte della giuria. E conoscendoli ho capito che lavorano seriamente, anche quelli che sono meno noti al pubblico ed ai tifosi. Sono competenti, la squadra che è stata allestita quest’anno lo dimostra. I grandi nomi non ci sono, ma ci sono giocatori molto funzionali al gioco di Sousa. Badelj, ad esempio, non lo conosceva nessuno prima che arrivasse a Firenze. Stesso discorso vale per Kalinic. Questi dirigenti guardano oltre i soliti mercati europei, dove spesso servono fior di milioni di euro per comprare un giocatore. Mi piace questo modo di lavorare, si va a scovare il giocatore giusto in giro per il mondo e si paga poco». Una pecca c’è ed è proprio il cruccio della società viola: «Mi piacerebbe che proprio la Fiorentina lanciasse qualche bravo giovane italiano. Io credo che un Kalinic in Italia ci possa essere, basta saperlo cercare. Secondo me a questa società manca solo questo: la valorizzazione dei giovani talenti nostrani». Il tempo per lavorarci non manca, ma adesso c’è una classifica da far correre ed una stagione tutta da disegnare: «Ho l’impressione che siamo ancora all’inizio e che ancora ci sono troppe sorprese. Le prime indicazioni, certamente, ci sono già state e devo dire che Roma, Napoli e Fiorentina, per le proprie caratteristiche, mi hanno impressionato favorevolmente. Per vincere in Italia ci vuole continuità, la Fiorentina ha un allenatore nuovo molto bravo che deve ancora plasmare totalmente la squadra, altrimenti non si spiegherebbero le sconfitte in Europa League contro squadre ampiamente alla portata dei viola». Messaggio recepito forte e chiaro, ma d’altra parte Sousa non l’ha mai nascosto. Se solo avesse il tempo di allenare per più tempo la sua squadra, sarebbe il tecnico più felice del mondo.

 

 

Il ricordo di Gino Menicucci:

«Un amico del calcio che tifava viola»

 

Se n’è andato in silenzio, a 77 anni, la scorsa settimana. La Redazione del Brivido Sportivo ha già ricordato la figura di Gino Menicucci, icona dello sport fiorentino nel mondo. Prima giocatore, poi arbitro. Ha tenuto alto il nome di Firenze. Stimatissimo nell’ambiente, i più giovani lo ricorderanno senz’altro per le sue apparizioni come opinionista televisivo al termine della carriera. A pochi giorni dalla celebrazione del funerale, il Brivido Sportivo lo vuole ricordare anche attraverso le parole di Paolo Casarin, arbitro con Menicucci negli anni ’80: «Lo ricordo come una persona vivace, intelligente e molto appassionato di calcio – esordisce l’ex fischietto in esclusiva per il nostro giornale -. Era vicino sentimentalmente alla Fiorentina, questo suo attaccamento alla maglia viola traspariva sempre. Essendo stato un uomo di calcio, lui era un bravissimo arbitro. Era proprio un amico del calcio. Aveva un rapporto ottimo in campo con i giocatori, anche quando sbagliava. Il calcio lo sentiva suo». Pochi giorni fa, come detto, il funerale nella sua Firenze: «Non sono potuto esserci, ma il giorno prima ho sentito per telefono il figlio Simone e lui sperava che ci fossero tanti arbitri ed anche tanti ex giocatori. Ho saputo che ce ne erano diversi e questo mi ha fatto molto piacere, testimonia proprio quello che ho detto prima». La passione viola, il comune denominatore della vita di Menicucci. Un aspetto che tutti conoscevano e che nessuno contestava: «Quando uno nasce in una città è normale che sia legato alla propria squadra. Lo sapevamo tutti, anche quando arbitrava, che lui era tifoso viola. Nessuno di noi ha mai pensato che andasse in campo per favorire la Fiorentina. Lui tifava la squadra della sua città e questa è sempre stata una cosa assolutamente normale».

Firenze, piazza del Cestello il funerali di Ugo Poggi. Nella foto l'ex arbitro Menicucci. Gianluca Panella / Massimo Sestini

Firenze, piazza del Cestello il funerali di Ugo Poggi. Nella foto l’ex arbitro Menicucci. Gianluca Panella / Massimo Sestini

Alessandro Latini

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