De Magistris: “Niente drammi, la Fiorentina può battere chiunque”

De Magistris: “Niente drammi, la Fiorentina può battere chiunque”

Parola al mito della pallanuoto italiana, grande tifoso viola: “Sousa ha portato la mentalità vincente e mi ha fatto ricredere. Grazie a lui siamo da Champions. Il ko di Napoli incidente di percorso”.

E’ il mito vivente della pallanuoto italiana e una delle bandiere intramontabili dello sport fiorentino. Gianni De Magistris  ha vissuto da grandissimo protagonista la sua carriera di centroboa prima e di allenatore poi. Da giocatore ha partecipato a 5 Olimpiadi, ha vinto un Mondiale e due scudetti con la calottina della Rari Nantes Florentia. Da tecnico ha portato le ragazze della Fiorentina Waterpolo in cima al tetto d’Europa, conquistando la Coppa dei Campioni. E, oltre a tutto questo, Gianni De Magistris è da sempre un grande tifoso viola, appassionato e competente, oltre che grande conoscitore degli uomori della tifoseria gigliata. Per questo il Brivido Sportivo lo ha intervistato in esclusiva all’indomani dello sfortunato match col Napoli e prima dell’appuntamento di Europa League con i polacchi del Lech Poznan e, soprattutto, di quello successivo al Franchi contro la Roma.

De Magistris, cosa ne pensa di questa Fiorentina?

“Ovviamente penso un gran bene. E’ vero siamo ancora all’inizio del campionato, ma le partite giocate iniziano a essere un indizio importante. La Fiorentina è una squadra compatta, tra sorprese di campionato e piacevoli “ritorni”- vedi Badelj, Vecino e Alonso che sono solo alcuni dei giocatori rinati sotto il segno di Paulo Sousa -. E’ bello avere una squadra così in alto in classifica perché ci si ritrova a essere più titolati e soprattutto più temutiSe è giusto parlare di scudetto?  E’ giusto sognare, al di là di tutto, ma bisogna anche essere realisti, come dice sempre lo stesso Sousa”.

La sconfitta col Napoli è difficile da digerire perché, pur giocando bene, la squadra viola è stata punita…

“Abbiamo perso una partita per errori individuali, ma non dobbiamo far drammi. La squadra ha dimostrato di giocare alla pari del Napoli e questo significa che può battere chiunque.  Siamo ancora all’inizio del campionato e contava tre punti come le vittorie ottenute contro Carpi e Bologna”.

Vede una differenza di atteggiamento in campo rispetto all’anno precedente?
“Adesso come allora la forza è nel gruppo, un bel gruppo compatto. Non conta solo l’importanza dei giocatori. Per esempio l’anno scorso anche uno come Lupatelli ha aiutato la squadra a ricompattarsi dopo la partita con il Siviglia, quando il Franchi era l’aveva sommersa dai fischi non era facile rialzarsi e invece da lì si è vista la forza di questo gruppo, anche grazie a Montella. Ci poteva essere il contraccolpo psicologico, invece la Fiorentina vinse le sei partite successive. Ovviamente Sousa ha fatto del suo all’interno dello spogliatoio, dando fiducia a ogni giocatore. Un valore aggiunto che in campo si vede”.

Lei che nello sport è stato un vincente, vede nella Fiorentina la giusta mentalità per vincere?
“La mentalità giusta c’è e si vede in ogni partita: la squadra ha sempre dimostrato di giocarsela ovunque, anche quando è incappata in brutti scivoloni come con Torino e Basilea. Anche in quelle occasioni la squadra era sempre andata in vantaggio e non è mai stata fuori dalla partita. Per vincere, oltre all’aspetto tecnico-fisico, entrano in gioco la testa il cuore. Fondamentali per vincere. La Fiorentina, fino a ora, ha raggiunto una maturità e una completezza che fanno diventare grande una squadra con un rendimento continuo. La partita contro il Carpi è l’emblema di una squadra tosta, poiché il passo da grande si vede anche in queste occasioni, quando giochi male e porti a casa i tre punti”.

Lei da tifoso viola, era ottimista a inizio stagione? E cosa pensa adesso?

 “Oggi sono ottimista, certamente, e anche io sono ricreduto perché ammetto che quest’estate ero un po’ scettico dopo la campagna acquisti dal profilo medio – basso effettuata dalla società. Prima dell’inizio del campionato pensavo di giocare per il 7°/8° posto, ma a questo punto posso dire che miriamo a gradini più alti, all’Europa che conta, alla Champions League. Obiettivo assolutamente realistico per quello che abbiamo visto”.

Quindi oggi è soddisfatto della campagna acquisti?
“Sì, sugli acquisti ci si può ricredere e io sono il primo a farlo. La Fiorentina ha preso degli ottimi giocatori che non avevano nomi importanti e conosciuti, ma sono di grande impatto sul campo. Tutto all’opposto, per esempio, di un’Inter che ha preso Perisic e Montoya, esaltati come fenomeni e che, invece, in campo si sono rivelati mezzi giocatori, soprattutto Montoya”.
Cosa pensa dell’inizio deludente della Juventus?

“Ritengo che sia ancora pericolosa e che non sia assolutamente fuori dai giochi”.

Parliamo di Paulo Sousa, quanto l’ha sorpresa?
“Ricordo che da atleta mi faceva impazzire il suo modo di giocare, era un vero cervello in campo, un giocatore che ho sempre stimato. E adesso mi piace moltissimo anche da allenatore: mi piace l’atteggiamento sorridente che ha all’inizio di ogni partita, si vede che è sereno,  fa i selfie in campo con i tifosi e non mi vengano a raccontare che così facendo si perde la concentrazione. probabilmente gli altri allenatori non ne hanno voglia di interagire con il pubblico, lui sì. Un punto a suo favore”.
E lei come si comportava da allenatore?
“Mi rivedo in Sousa come atteggiamento pre partita. Anche quando giocavano le gare scudetto, quindi fondamentali per la stagione, se un tifoso sugli spalti mi salutava ricambiavo il saluto e andavo a stringergli la mano”.

Quali sono i giocatori che stanno facendo grande la Fiorentina?

In primis, Borja Valero, la mente della squadra. Poi Kalinic, un serpente velenoso, uno che fa male. Infine Alonso che, anche se c’era prima, non lo avevamo considerato e invece è diventato uno dei punti cardine.  Sono loro la spina dorsale della Fiorentina”.

A gennaio ci sarà bisogno di rinforzi?
“Bisognerà vedere la classifica. La difesa ha comunque necessità proprio dal punto di vista numerico”.

Domani c’è la partita di Europa con il Lech Poznan, dove può arrivare la Fiorentina europea?
E’ un cammino un po’ impervio, ma sicuramente sarà una protagonista e non una spettatrice. Rispetto al girone, sono abbastanza tranquillo, quello che mi fa paura sono le squadre che, arrivando terze nel girone di Champions League, scenderanno in Europa League quasi facendolo di proposito per vincere un trofeo”.

Poi ci sarà la supersfida con la Roma in campionato al Franchi… come la vede?
Non sarà una partita facile, l’aspetto psicologico giocherà un ruolo chiave. La sconfitta di Napoli, per come è arrivata, ha comunque dato consapevolezza alla Fiorentina di essere all’altezza delle squadre di vertice. Quindi giochiamocela con serenità, sicuri della nostra forza”.

Roma a Firenze significa anche il ritorno di un certo Salah…
“Il mondo dello sport è crudele. Lui ha fatto delle scelte che, nonostante tutto, vanno accettate, del resto è stato a Firenze solo 4 mesi…i calciatori di oggi sono diversi rispetto al passato, non si legano più alla maglia. I tifosi ovviamente lo  fischieranno, e giustamente sono liberi di farlo”.
Chiudiamo parlando di lei… recentemente ha ricevuto un riconoscimento importantissimo…
“Sì, sono stato inserito nella Walk of fame del Coni sul viale delle Olimpiadi a Roma, tra le sette mattonelle dedicate ai grandi sportivi. Mi ha chiamato anche il presidente del Coni Malagò, sono molto orgoglioso e onorato di tutto questo”.

Redazione

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