La nuova strada della fatica e della speranza

La nuova strada della fatica e della speranza

Ci voleva. Al di là della richiesta di un calcio di rigore per un fallo di Tomovic su Dzeko, al di là di un fuorigioco di Kalinic parso anche a noi evidente sulla rete di Badelj, oltre il palo colpito da Nainggolan, ecco perché la Fiorentina che abbiamo ritrovato dopo una lunga e sterile estate ci è piaciuta. Ha conquistato una vittoria soffrendo, rischiando, traballando, una vittoria che però è anche figlia della voglia del gruppo. Sì, la Fiorentina è tornata, non sarà bella come quella del girone d’andata di un anno fa ma è sicuramente più coesa e logica di quella sfilacciata della seconda parte della scorsa stagione. I segnali sono evidenti ed erano già nella gara di Europa League con il Paok Salonicco: il lavoro di Sousa sta iniziando a pagare. Così come sta pagando il lavoro di Corvino che magari non ha portato campioni (ma senza soldi è difficile) però ha cercato di immettere nella squadra viola dello scorso anno forze fresche e non infortunati e malati.
E’ stato bello anche vedere i quasi trentamila del Franchi che nonostante i dubbi, legittimi, figli del calciomercato, erano comunque lì a fischiare Salah e a incitare la Fiorentina. Ci voleva questa vittoria, perché adesso ci stiamo tutti convincendo che la nuova squadra di Sousa può davvero regalarci qualche soddisfazione. Che sia in campionato come con la Roma, in Europa League o in Coppa Italia la Fiorentina non è più un oggetto misterioso. La identifichiamo in uno dei nuovi acquisti, Carlos Sanchez, che si batte su tutti i palloni, rimbalza, cade, tenta di attaccare, aiuta a difendere: il colombiano non sarà un top player ma è sicuramente uno di quelli che può tracciare nuova strada, quella della fatica e della speranza. Una strada che a noi piace.

Alessandro Rialti

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