Ora dateci il difensore

Ora dateci il difensore

Tempo scaduto, è il momento delle decisioni.

Il direttore sportivo della Fiorentina si presta ai microfoni con un’immagine molto nuova. Capelli corti, eloquio controllato, belle maniere. Dice e non dice, com’è nel suo ruolo. Parla del mercato, sottolinea che la Fiorentina ha preso tre giocatori (Tino Costa, Zarate e Tello) le cui caratteristiche che se fossero colori mancavano nella tavolozza di Paulo Sousa. Bene, ci aspettiamo molto da Tello e da Tino Costa, vediamo. ciò che non riusciamo a capire è l’ingaggio di Mauro Zarate. Ventotto anni, talentuoso, fu licenziato in tronco dalla Lazio nel 2013, perché dopo essere stato messo fuori rosa, fu scoperto alle Maldive. Ha ricominciato in Argentina nel Velez per poi volare in Inghilterra: Birmingham city, QPR e quindi West Ham: ventisei partite in due anni e cinque gol. Dice, costa poco. Va bene, ma se per sostituire Pepito Rossi si è pensato a Zarate, vista la modestia del suo ultimo score allora si potrebbe pensare a quanto poche fossero le speranze sul Rossino.
Detto che comunque  questi movimenti di mercato ci confortano sulle intenzioni dei Della Valle, ci resta tutta la curiosità sull’argomento difensore. Dice l’elegante cortocrinito diesse viola: “Avevamo già chiuso per Lisandro Lopez, poi però sono intervenuti fattori nuovi e ora siamo ad aspettare. Comunque sia lui o qualcun altro prenderemo, anche perché abbiamo buoni difensori ma la coperta è corta…”. Che diamine, la coperta non si è ristretta in questi ultimi giorni, lo era già in estate e allora perché perdere tanto tempo? Uno o due centrocampisti servono per sostituire infortuni e squalifiche ma il reparto viola è il punto di forza della squadra. La difesa, invece, è deficitaria sia nel numero che nella qualità. E la Fiorentina è là che aspetta Lisandro Lopez, come se fosse l’unico difensore disponibile sulla faccia del mondo del pallone. Si tergiversa, si chiacchiera in un ritardo colpevole che potrebbe rivelarsi decisivo. Del resto i grandi appuntamenti di quest’anno con Roma, Napoli e poi Milan e Lazio si sono persi proprio per una fragilità difensiva che ha fatto schiumare di rabbia tutti i tifosi. Soprattutto in quelle occasioni è risaltata la mancanza di cattiveria agonistica, di grinta e quindi di voglia di vincere che hanno fatto la differenza a favore degli altri. Insomma, non c’è da perdere altro tempo se si vuole restare attaccati al treno del terzo posto, che magari non sarà il treno chiamato desiderio ma non deve essere neppure la parodia di Quo Vado di Checco Zalone…

 

Massimo Sandrelli

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