Pandolfini, Glanville e Righetti. Tre amici da salutare nel nuovo anno

Pandolfini, Glanville e Righetti. Tre amici da salutare nel nuovo anno

Un saluto e un augurio, non freschissimo in verità, ma nemmeno avariato, a tre amici. Nostri, ma prima di tutto della Fiorentina, e nessuno dei tre è nato da queste parti.

Il primo è Egisto Pandolfini di Signa, 148 partite in viola, 20 in nazionale. Era la fine degli Anni Quaranta, e a proposito di anni  è entrato ora nei novanta.

Pandolfini è e rimarrà sempre “la Fiorentina”, anche perché è stato fondamentale come  dirigente del settore giovanile. Un esempio? Fece arrivare per poche lire da Napoli, o meglio da Torre Annunziata, un ragazzino che  poi diventò campione d’Italia con Pesaola. Si chiamava  Esposito.

Non basta. Pandolfini mandò un osservatore fino ad Asti per dare un’occhiata a un certo Antognoni. E allora, Egisto, un saluto di tutto cuore per la tua fedeltà alla Fiorentina.

E ora un saluto, con il solito augurio di buon anno, a Raffaele Righetti, ligure, che arrivò Firenze per studiare al “Duca d’Aosta”, prese il diploma e fu assunto dalla Fiorentina come segretario. Un punto in comune con Pandolfini? La semplicità e la modestia nel comportamento.

Molto lontano è invece il terzo amico Brian Glanville, inglese, lavora per un giornale di Londra, sa tutto della Fiorentina di tutti i tempi. Parla un correttissimo italiano. Per alcuni anni è stato a Firenze  e collaborava a “La Nazione”. Ogni tanto gli piace imitare la nostra  parlata quando si tratta di (non) pronunziare la lettera “c”. Se poi gli chiedete da che parte è Piazza Piattellina, risponde prima di un vigile urbano.

Giampiero Masieri

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