IL FUTURO NELL’ORTOFRUTTA

La prima notizia, clamorosa, è che i due primi arrivi di gennaio alla Fiorentina sono italiani. Anzi, uno è addirittura toscano. La seconda notizia è che si tratta di due cavalli di ritorno. Rosati, faceva lo scorso anno il portiere di riserva. Diamanti, arrivò  in città con la Florentia Viola. Giovanissimo. Passò senza quasi lasciare traccia. Adesso è molto più ricco di esperienza e dovrebbe risolvere qualche problema a Montella, da cui è stato espressamente richiesto. E, come ha detto Andrea Della Valle, quando può la società cerca sempre di accontentare il tecnico. Evidentemente Montella sa bene come usare tatticamente Diamanti, che − se non si è trasformato frequentando il campionato cinese − è un trequartista fantasista offensivo, con grosse capacità balistiche sia da fermo sia in movimento. Un giocatore di fantasia e di temperamento. Secondo qualcuno persino eccessivo, qualche volta. Bisognerà soprattutto vedere se è già pronto da mandare in campo visto che la Viola non può permettersi di aspettare nessuno.

Comunque l’arrivo di due italiani potrebbe essere controbilanciato dalla partenza di altri due connazionali: Pasqual e Lazzari. Per il capitano, dopo la partita con il Palermo, sarebbe meglio ripensarci. Per Lazzari, invece, il destino sembra segnato. L’unico problema è che, come accade per molti della rosa viola, nessuno lo vuole. Nemmeno a saldo o a sconto, anche a causa dell’ingaggio francamente eccessivo. Per cui non si vede come potrà avverarsi a gennaio il desiderio dei Della Valle di abbassare il monte stipendi. Per fortuna, sembra che quello di Diamanti sarà pagato in gran parte dai cinesi.

A giugno 2015 il problema dell’eccedenza si risolverà in modo automatico, visto che molte di queste seconde (o terze) linee se ne andranno per fine contratto. A costo zero, come si dice. Facendo tirare un bel sospiro di sollievo alla proprietà. Per poco, però. Perché busseranno già alla porta quelli in scadenza 2016, i vari Savic, Babacar, Matias Fernandez. Non potranno essere mandati via a costo zero, pena l’ideale crocifissione fantozziana in sala mensa di tutti i dirigenti. E allora il monte ingaggi salirà di nuovo. Per gli inevitabili ritocchini…

Forse però, a quel punto, sapremo già che cosa ne sarà del nuovo stadio. E conosceremo anche il destino futuro della nostra amatissima Fiorentina. Che è scritto, in gran parte, nell’ortofrutta della Mercafir,

Roba da non credere!

 

Duccio Magnelli

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