Milinkovic Savic, il pomo della discordia

Milinkovic Savic, il pomo della discordia

Il serbo sbarcò a Firenze per firmare, ma poi fece dietrofront e scelse la Lazio. Mandando Pradè e la Fiorentina su tutte le furie.

Tra le numerose telenovela dell’ultima, bollente, estate viola, quella più suggestiva ha visto come protagonista l’odierno laziale Milinkovic Savic. Il giovane calciatore serbo che, tanto per non smentire il suo doppio cognome, ha interpretato al meglio il copione del perfetto doppiogiochista, lasciando con un palmo di naso la Fiorentina per sposare la causa della Lazio.

Cose che succedono nel calcio? Certamente sì, ma raramente avevamo assistito a una vicenda così contorta dai contorni degni di un giallo best sellers di mezza estate.

Dopo un lungo tira e molla di mercato fra la società viola, quella biancoceleste e il club belga del Genk (proprietario del cartellino di Milinkovic Savic), il 25 luglio scorso il buon Sergej, accompagnato dal padre-procuratore e da un intermediario che aveva seguito la trattativa, sbarcava improvvisamente all’aeroporto di Peretola, dirigendosi in tutta fretta verso lo stadio Artemio Franchi.

Quella calda giornata di solleone, dunque, sembrava aver messo la parola fine sul braccio di ferro per accaparrarsi uno dei migliori giovani centrocampisti in circolazione, il tutto a vantaggio della Fiorentina. Lo stuolo di cronisti, che brulicavano davanti alle cancellate dello stadio, raccontava passo dopo passo l’evolversi della situazione e sui siti internet rimbalzava già la rabbia laziale, visto che, fino al giorno precedente, tutto faceva presagire per l’approdo del giocatore in maglia biancoceleste.

Ma, come tutte le telenovela che si rispettino, il colpo di scena era dietro l’angolo e, alla fine di un interminabile pomeriggio, il diesse Daniele Pradè affrontava così microfoni e taccuini: “Non prendiamo più Milinkovic-Savic – tuonava – perché è troppo titubante e non vogliamo più aspettarlo. La nostra è una decisione definitiva. Non dobbiamo pregare nessuno per venire alla Fiorentina. Tanto meno se si tratta di un giocatore di vent’anni che dovrebbe venire qui col fuoco dentro. Abbiamo trovato l’accordo economico col Genk, ma il ragazzo ha delle questioni private e familiari da risolvere e vuole ancora prendere tempo. Perciò che vada per la sua strada”.

Una clamorosa rottura della quale fu “incolpata” la fidanzata del giocatore che (a quanto sembra) avrebbe “costretto” il ragazzone serbo a scegliere Roma anziché Firenze per futili motivi. Con tanto di lacrime versate dal “povero” Sergej.

Rottura che costò una gran brutta figura alla Fiorentina, già al centro delle polemiche per i casi Montella e Salah (per non parlare di quello di Neto). Ma non tutti i mali vengono per nuocere, infatti il mancato arrivo a Firenze di Milinkovic Savic è stato, probabilmente, decisivo per la permanenza di Matias Vecino in  maglia viola. E, alla luce delle prestazioni dell’uruguagio rispetto a quelle altalenanti del fresco laziale, forse a guadagnarci è stata proprio la Fiorentina. Resta il fatto che tra le due società non corre buon sangue e che ai fiorentini di fede viola il serbo non possa che restare molto, ma molto, antipatico. Circostanze che contribuiranno a rendere ancora più infuocata la sfida di oggi perché Firenze non accetta mai di buon grado di essere snobbata.

 

Tommaso Borghini

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